Pensare all’offerta turistica nella logica del
Turismo Esperienziale, quella formula che pone come principale regola il “
vivere una vacanza” anziché
trascorrerla, è quanto di più attuale e strategico in chiave
marketing territoriale si possa attuare in questo inizio di nuovo millennio.
Abbiamo parlato in un altro capitolo delle
OTA, del loro avvento sul mercato del turismo e di come lo abbia profondamente modificato, penalizzando chi offre turismo ma anche chi ne fa uso, poiché ha portato ad un appiattimento e ad una spersonalizzazione dell’offerta.
Il dover rincorrere le logiche imposte da questo mercato,
globalizzato e massificato
, ha tolto al territorio e ai suoi operatori quella capacità di “
accompagnare” l’ospite nella sua vacanza, viziandolo e facendolo sentire al centro del mondo. Il “
fattore prezzo” che prevale su ogni cosa ha di fatto portato il turista a scegliere grandi villaggi svuotati di ogni rapporto umano, preferiti ai piccoli alberghi a conduzione familiare capaci invece di offrire calore e a generare quel rapporto tra cliente e proprietà che aveva disegnato i tratti della “
villeggiatura” dell’inizio secolo scorso.
Ecco perché entrare nella sfera del
Turismo Esperienziale significa oggi fare la differenza e combattere la globalizzazione delle
OTA.
I cardini sui quali si fonda il valore del
Turismo Esperienziale si possono riassumere nei seguenti punti:
1)
Esperienza unica e di fatto personalizzata, poiché destinata ad un particolare target ?2)
Emozioni vissute e soddisfazione dell’ospite a garanzia di un ritorno di immagine del brand ?3)
Tariffa al ribasso addio: Esperienze uniche ed Emozioni non hanno prezzo
La pratica del
Turismo Esperienziale può essere attuata a diversi livelli, da quella
territoriale che prevede lo sviluppo di una rete tra operatori, associazioni ed amministrazione che si coordinano a favore di un progetto programmato e pianificato, alla formula del “
gruppo operatori” di diversa tipologia e servizi, tali da proporre più soluzioni di una o più giornate tematiche.
Per l’appassionato di arte si attiverà un itinerario attraverso musei, antichi palazzi, edifici religiosi e altro, offrendo magari guide turistiche locali capaci di accompagnarlo alla scoperta di quegli aspetti che sfuggirebbero con una semplice visita.
L’amante di escursioni troverà invece percorsi pensati e studiati, da scegliere se coprirli con una guida ambientale oppure in solitaria o in gruppo con altre persone.
Per gli appassionati di sport le proposte saranno legate ad eventi specifici e allo sviluppo di idee che pongano al centro l’attività sportiva.
Poi vi è la fotografia, la storia, l'enogastronomia, l'agricoltura, le tradizioni, la pesca, il birdwatching, la musica, il ballo, l'arte, i castelli e tanti tanti altri turismi…
Ma per promuovere la formula di
Turismo Esperienziale è necessario capirne per primi il significato ed il suo grande valore, scoprire la differenza che corre tra
visitare un luogo e
vivere un luogo, tra
proporre una meta e
rendere fruibile una meta secondo i vari interessi.
Il
Turismo Esperienziale è un’enorme risorsa per chi offre turismo; le tante aree che lo hanno già adottato e quegli operatori che già lo offrono, sanno perfettamente quale è la sua naturale capacità attrattiva e la sua
forza di fidelizzazione.
Il proprio sito, i profili Facebook ed altri social, campagne adsense di Google ed altri canali web saranno
megafoni dove andare a promuovere le nostre offerte e le nostre idee di soggiorno, attraverso titoli e immagini specifiche e tematiche.
©Roberto Roby Rossi