Le
OTA, ossia
Online Travel Agency, sono le agenzie di viaggio online, specializzate nell'offerta, nella pianificazione e nella prenotazione di un viaggio. Offrono un servizio molto efficace ed affidabile che ha permesso loro di conquistare negli anni un’ampia credibilità nei confronti dei turisti.
Per gli operatori dell’ospitalità l’avvento delle
OTA, in un primo momento, ha generato un effetto di
Benvenute, ma la loro smisurata crescita, in seguito, ha creato una problematica dipendenza per l’azione di appiattimento e di spersonalizzazione che penalizza fortemente il settore, andando a rendere troppo prevalente il “
fattore prezzo”.
Purtroppo l’avanzare della crisi e l’avvento di nuovi
competitor ha insidiato negli operatori l’idea che le
OTA sono l’unica soluzione per arrivare al turista e vendere la propria struttura.
Le associazioni di categoria del settore hanno subito, anziché contrastarlo, l’avvento di questo sistema “mangiatutto”, anche perché contrastare le
OTA significa necessariamente attivare una seria politica commerciale che parte dalla condivisione di un progetto, passa dalla compattezza tra gli attori in scena, per giungere ad un processo di continuità.
Fattori molto difficili da mettere insieme e, soprattutto, da tenere insieme nel tempo.
Si sa che la prima regola del comando, dalla storia dell’impero romano, è “
dividi et impera”, ed è esattamente su questo che fanno leva queste grandi organizzazioni, capaci si di offrire all’utente del web un’ampia serie di soluzioni ricettive per ogni tipo di tasca, giocando la carta della competitività più sfrenata, ponendo le strutture ricettive a quel gioco al massacro che è il “
miglior prezzo”.
Questa condizione, aggiunta alle commissioni richieste dalle
OTA che vanno dal 13/14% fino anche al 30% e oltre, comportano all’imprenditoria del turismo margini sempre troppo risicati (
quando i margini ci sono…).
Come contrastare questi colossi? E come farlo senza il supporto di associazioni di categoria che dovrebbero rappresentare e tutelare i loro iscritti?
La risposta più ricorrente da parte degli interessati è: non c’è soluzione.
La verità è che la soluzione c’è, ma serve pensarla, attuarla e mantenerla in vita. In una parola significa “
lavorarci”. Tornerà l’investimento, tra tempo e denaro, per giungere ad un accettabile risultato?
La risposta è: assolutamente SI.
La precisazione è: seppur seguendo precise regole.
La strategia da applicare non prevede la totale eliminazione dell’opportunità offerta dalle
OTA, ma renderle appunto una
OPPORTUNITA’, e non una dipendenza come è ora nella stragrande maggioranza dei casi.
continua...©Roberto Roby Rossi